Le 10 lire di Vittorio Emanuele III: la moneta che affascina collezionisti e investitori nel mercato numismatico.

Hai mai sentito parlare delle 10 Lire di Vittorio Emanuele III, conosciute come 10 Lire “Biga”? Queste monete non sono solo un pezzo della storia del Regno d’Italia, ma rappresentano anche un affascinante oggetto di collezionismo. In questo articolo esploreremo i dettagli di queste celebri monete, la loro storia e la loro attuale valorizzazione nel mercato numismatico.

Caratteristiche delle 10 Lire di Vittorio Emanuele III

Le 10 Lire “Biga” sono una moneta in argento con una composizione di 835 millesimi. Il loro peso è di 10 grammi e hanno un diametro di 27 mm. La coniazione di queste monete è stata autorizzata dal Regio Decreto n. 1651 del 30 settembre 1926 e hanno avuto corso legale a partire dal medesimo anno. Durante il periodo di emissione, che va dal 1926 al 1934, sono state coniate circa 63 milioni e 700 mila unità.

Al dritto della moneta troviamo la rappresentazione del volto di Vittorio Emanuele III, senza corona, rivolto verso sinistra. Attorno alla figura del monarca si possono leggere le parole “Vitt – Em – III – Re d’Italia”. Questo dettaglio è significativo perché colloca immediatamente l’individuo sulla moneta, rendendolo riconoscibile e storico.

Il verso della moneta presenta invece un’immagine femminile che personifica l’Italia, intenta a guidare un gruppo di cavalli attraverso un “fascio littorio”. Sotto i cavalli, sono impressi i nomi dell’artista Giuseppe Romagnoli e dell’incisore Attilio Silvio Motti. Inoltre, nella parte inferiore sono presenti il simbolo “R” per la Zecca di Roma, il valore nominale “L 10” e l’anno di produzione, tutto ciò arricchisce il valore estetico e storico della moneta.

Valutazione e Collezionismo delle 10 Lire “Biga”

La valutazione delle 10 Lire di Vittorio Emanuele III varia notevolmente a seconda dello stato di conservazione dell’esemplare. Le monete in altissima conservazione, conosciute come Fior di Conio (FDC), raggiungono quotazioni significative sul mercato. È importante notare che la maggior parte degli esemplari, essendo stati ampiamente utilizzati, ha subito dei danni nel tempo, il che limita la loro valutazione.

In particolare, le versioni emesse dal 1931 al 1934, pensate per i collezionisti, sono le più ricercate. Queste ultime hanno una tiratura limitata, con alcune varianti che possono arrivare a valere tra i 1.500 e i 4.000 euro, se in condizioni eccezionali. Ad esempio, una moneta del 1932 è stata venduta all’asta per ben 4.600 euro, mentre un’altra del 1928 ha raggiunto 1.955 euro in un’asta del 2008.

Quando si considera l’acquisto o la vendita di una moneta come la 10 Lire “Biga”, è fondamentale prestare attenzione a diversi aspetti, tra cui:

  • Lo stato di conservazione: i dettagli devono essere ben definiti, senza graffi o usura significativa.
  • La rarità: alcune edizioni limitate o con particolari caratteristiche sono più richieste dai collezionisti.
  • Documentazione: avere certificati di autenticità può aumentare il valore della moneta.
  • Questi fattori giocano un ruolo chiave nel determinare quanto una 10 Lire possa valere nel mercato attuale e quanto possa attrarre i collezionisti più appassionati.

    Riflessioni Finali sulle 10 Lire di Vittorio Emanuele III

    Le 10 Lire di Vittorio Emanuele III non sono solo un mezzo di pagamento storico, ma anche un’importante testimonianza della cultura e della numismatica italiana. La loro complessità culturale e il valore economico le rendono oggetti di grande interesse sia per i collezionisti che per gli appassionati di storia.

    Per chi desidera avvicinarsi a questo affascinante mondo delle monete, è utile considerare:

  • Di informarsi sulle varie edizioni e il loro significato storico.
  • Di acquistare solo da rivenditori di fiducia per garantire l’autenticità degli esemplari.
  • Di partecipare ad eventi di scambio o aste per rimanere aggiornati sui valori di mercato.
  • In definitiva, le 10 Lire “Biga” rappresentano un’opportunità straordinaria per immergersi nel passato e nel collezionismo numismatico, promettendo non solo un valore monetario, ma anche un legame con la storia italiana.